Milano

Grattacielo Pirelli – Restauro delle Facciate

Il restauro del grattacielo Pirelli a Milano, rappresenta un capitolo importante e significativo nella recente storia culturale e figurativa italiana, qualcosa di più di un semplice recupero di una grande architettura moderna.
L’azione progettuale ha permesso una riflessione su come intervenire nei confronti di un monumento complesso e specifico, come è l’edificio di Gio Ponti, fornendo un contributo alla ricerca nel Progetto di Restauro del Moderno.

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L’architettura è stata interrogata con attenzione, i suoi spazi studiati e rilevati assegnando al progetto il tema del rapporto tra restauro filologico e intervento contemporaneo. Alle 17,47 del 18 aprile del 2002 un piccolo aereo da turismo, entrando dal prospetto su piazza Duca d’Aosta, sfondava le due facciate continue del grattacielo Pirelli tra il ventiquattresimo e il ventottesimo piano, entrando tra l’impalcato del ventiseiesimo piano e quello del ventisettesimo nella mezzeria della torre. Da qui l’esigenza di un complesso di interventi per il restauro del grattacielo Pirelli fondato su un approccio capace di mettere in campo uno straordinario lavoro di conoscenza dell’edificio attraverso le fonti archivistiche e bibliografiche, indirizzando l’intervento sia sulle strutture e sugli spazi interni che sulle facciate continue a obiettivi di conservazione che valorizzino al meglio la qualità progettuale originaria e i materiali in opera, al fine di garantire la salvaguardia dell’alto valore artistico e culturale dell’edificio, in un processo contemporaneo di elaborazione, finalizzato a disegnare lo spazio come elemento di continuità e precisa citazione. La modernità figurativa e tecnologica del Palazzo Pirelli rappresenta da mezzo secolo la prima icona della Milano del XX secolo per chi, “sbarcando” alla Stazione Centrale, si trova in un paesaggio fatto da edifici a torre e sedi istituzionali.

Ne è emblematica sintesi il più importante degli assi, stradali e prospettici, che lo strutturano: la via Vittor Pisani, che collega piazza Duca d’Aosta, sulla quale Palazzo Pirelli prospetta, con piazza della Repubblica. Tale condizione rappresenta, all’interno dell’orizzonte contemporaneo, il senso stesso di modernità attribuito alle architetture del XX secolo. La modernità non come valore in sé, ancorato
soltanto al progresso tecnologico e fattore di rottura con le tradizioni. Al contrario la modernità come modulazione di un linguaggio collettivo, in un preciso contesto storico e geografico. Recuperare L’edificio Pirelli ha significato recuperare il senso di una libera espressione di una essenzialità figurativa, ma allo stesso tempo recuperare il senso di “continuità” tra nuova architettura e contesto proposta, subito dopo la seconda guerra mondiale, da Ernesto N. Rogers1. Si può pertanto affermare che la metafora Pontiana dell’architettura come cristallo, di un’architettura giudicabile come figura di perfetta compiutezza, ha consentito di recuperare il carattere di una figuratività architettonica che ha rappresentato una condizione operativa eccezionale in tema di restauro dell’edifico :